Vedendo in anteprima un film che non è perfetto (anzi), ma comunque interessante, mi è venuta voglia di tornare sull'argomento.
Il film è Vanishing on 7th street, e ne riparleremo a giorni.
Un episodio che viene citato nel suddetto film è la misteriosa e inquietante scomparsa dei coloni di Roanoke, nel 1590. L'episodio è piuttosto noto nell'ambiente dei cacciatori di misteri, perciò vi rimando all'ottimo articolo di Laura Cherri.
Fa una certa impressione la parola incisa su un albero, come unico, misterioso (e irrisolto) indizio sulla sorte dei membri della comunità: croatoan.
Fa una certa impressione la parola incisa su un albero, come unico, misterioso (e irrisolto) indizio sulla sorte dei membri della comunità: croatoan.
Su Roanoke si è scritto tanto e la spiegazione della scomparsa dei cento coloni potrebbe infine essere anche del tutto plausibile e naturale. Ciò che è meno spiegabile è la grande casistica di persone svanite nel nulla che, anno dopo anno, si accumula nei commissariati di polizia di tutto il mondo, Italia compresa.
Eliminiamo da questo insieme tutti quei casi riconducibili a crimini truci ma del tutto reali e tangibili: rapimenti per riscatto, traffico d'organi, traffico di bianche, rapimento per fini sessuali. Episodi che però, alla lunga, lasciano indizi su cui gli investigatori prima o poi riescono a tracciare uno scenario drammaticamente dimostrabile.
Resta tuttavia una piccolissima percentuale di casi davvero inspiegabili. Persone scomparse senza lasciare una minima traccia, niente di niente. La casistica che in altri tempi avremmo chiamato X-Files.
Riflettiamoci su: con l'attuale dispiegamento di videocamere di sicurezza, che coprono quasi ogni angolo di paesi e città, è davvero improbabile svanire nel nulla senza essere ripresi almeno da una di esse. Discorso che vale senz'altro per l'Occidente, dove tali X-Files sono più ricorrenti di quanto si pensi. Senza parlare poi delle intercettazioni telefoniche, della possibilità di localizzare un cellulare (anche spento) con un'approssimazione di poche centinaia di metri, etc etc.
A questo punto i più inclini al cospirazionismo citeranno la variante “mistero”, che entra in gioco ogni volta che le spiegazioni razionali scricchiolano un po' troppo.
Inutile soffermarsi sulla vasta gamma di possibilità citate dai cacciatori di misteri. Limitandoci a stilare una lista minima (e inquietante) possiamo citare le abduction aliene, le zone finestra, le dimensioni parallele, perfino le fate e i folletti, anticamente accusati di “scambiare” le persone.
Sono tutte ipotesi inverosimili. Però pescano nei ricordi ancestrali della specie umana, quando si temeva il buio più di ogni altra cosa, quando si offrivano sacrifici alle divinità invisibili affinché non rapissero gli infanti. Quando c'era il radicato timore di pronunciare alcune formule davanti agli specchi.
Fa una certa impressione questo articolo di Cristiana Mangani, pubblicato sul Messaggero del giugno 2007.
di Cristiana Mangani
ROMA (17 giugno) - Ogni volta che si sente parlare della scomparsa di una persona si prova sconcerto e preoccupazione, perché sembra impossibile che qualcuno improvvisamente tagli i ponti con la vita senza lasciare una traccia, una indicazione. Resta la disperazione delle famiglie che non riescono a trovare una ragione per metabolizzare dolori di questo tipo. Sono trentamila le persone scomparse nel nostro Paese, un numero enorme. È come se una mattina il Laurentino 38, uno dei quartieri più popolosi della Capitale, o l’intero stato del Liechtenstein, si risvegliassero vuoti. Senza più nessuno. La fuga da casa, la sparizione, il rapimento, sono diventate vere e proprie emergenze, al punto che sono stati gli stessi cittadini a segnalarne la gravità. E così il ministro dell’Interno Giuliano Amato ha deciso di istituire un commissario straordinario per le persone scomparse.
Per guidarlo ha chiamato un poliziotto di razza, passato per tutte le carriere investigative: Gennaro Monaco, detto Rino, in Polizia dal 1969, prefetto, e ora anche “Commissario”. Nel suo curriculum, da capo della squadra mobile a questore di Roma, a capo dello Sco, il Servizio centrale operativo.
«Quello degli scomparsi è un fenomeno complesso e sfaccettato che riguarda non solo minori, adolescenti, adulti, ma anche tante persone anziane. In Italia mancava un tavolo di regia innovativo, capace di raccordare una materia che interessa principalmente le forze dell’ordine ma anche altre realtà, come il ministero della Sanità e la Protezione civile. Se Angela Celentano fosse scomparsa adesso, forse, le cose sarebbero andate diversamente. Avremmo avuto l’aiuto della Protezione civile, quello del ministero della Sanità. E chissà se la bambina sarebbe stata ritrovata. Per questo istituiremo una figura di riferimento all’interno delle Prefetture che ci comunichi ogni novità. E poi prenderemo contatti con la Comunità europea, per lo scambio delle informazioni. Il mio ufficio non potrà fare indagini, ma potrà coordinare le forze. E riusciremmo a farlo solo se avremo a disposizione dati reali e non numeri al lotto… Ci collegheremo con prefetture e forze di polizia e poi creeremo i rapporti con le forze che operano sul territorio. Cominceremo subito, già da giovedì prossimo, quando avremo la prima audizione, insieme con l’associazione Penelope, davanti alla I Commissione affari costituzionali, presieduta da Luciano Violante. Siamo pronti a partire».